Il coraggio di rischiare la propria vita

Il coraggio di rischiare la propria vita

 

Congregazione  di  Nostra  Signora  della  Carità del  Buon  Pastore

 

25 marzo 2020

Care sorelle e partner nella missione,

Nella celebrazione dell’Annunciazione ricordiamo una ragazza che ha avuto il coraggio di dire  “si” a una situazione in cui ha messo a rischio la sua vita. Conosciamo la storia di Maria e l’influenza che lei ha avuto sulla nostra fede e su quella degli altri da molti secoli. Quanti paesi si sono rivolti Maria in tempo di guerra, di peste e di fame ? Anche noi ci rivolgiamo a lei.

Oggi, il nostro mondo, il nostro pianeta, vive un momento di oscurità e ogni giorno scopriamo il numero di persone decedute o nuovi contagi. E’ per questo che possiamo rivolgerci a Maria e anche verso coloro che ci hanno preceduto e hanno vissuto la notte oscura dell’anima. Questa pandemia è la nostra notte oscura e persone come Giovanni della Croce possono condurci ad una comprensione più profonda della nostra vita trinitaria che ci chiama a vivere la comunione, l’interconnessione, la relazione con tutti i popoli e l’unità con tutta la creazione. Non più clan e non più « Il mio  paese prima di tutto a scapito degli altri ». La realtà è che siamo UNO. In questo periodo di crisi, molti tra noi sentono la tristezza e la sofferenza degli altri come mai prima d’ora. Siamo chiusi e cerchiamo con tutti i mezzi di connetterci per portare un po’ di gioia a persone che talvolta conosciamo appena e possiamo pensare alle persone che suonano la musica sui balconi.

Come ci sentiamo interpellate come membri di una comunità religiosa e/o di una famiglia ? Come possiamo creare dei legami e portare gioia? Forse ora abbiamo qualche idea o anche un’esperienza mistica del vero senso della parola Incarnazione. Non siamo più individui o paesi che possono disinteressarsi della sofferenza dei nostri fratelli e sorelle credenti o no. Queste frontiere non devono più esistere.

Alcune sorelle mi hanno scritto dicendomi: “Che cosa Dio sta cercando di dirci? Cosa abbiamo fatto al nostro pianeta?”.

Cominciamo a riconoscere: a che punto abbiamo reciprocamente trascurato e abusato della creazione? Questa oscurità infatti può condurci a una luce splendente. “Io sono la luce del mondo” e l’Amore chiama tutta la creazione all’esistenza e ce l’affida perché possiamo agire.

In quanto Equipe di Leadership della Congregazione, siamo consapevoli dei nostri limiti e di quelli della Congregazione. Sappiamo che Dio non ha limiti, che è con noi su questo cammino e l’energia di questo Dio che è amore, ci permetterà di continuare la nostra missione. Come sapete noi siamo benedette con tutti i nostri partner della missione. Maria Eufrasia diceva alle sue suore che l’impegno nella missione “non è un momento di entusiasmo passeggero che si dissolve e non lascia nulla. No, è un amore colmo di tenerezza, di dedizione, di sacrificio. La mia anima è piena di gioia e di consolazione al pensiero del bene che viene fatto grazie ai nostri deboli sforzi sostenuti dalla grazia di Dio”.  Se lei fosse qui oggi sarebbe piena di gioia vedendo la collaborazione  e il grande zelo dei nostri partner e delle nostre sorelle che lavorano nel mezzo di  questa pandemia.

Per concludere, ricordiamoci anche che Maria non ha soltanto fatto nascere Gesù, ma che l’ha visto soffrire e morire. Lei l’ha rivisto dopo la domenica di Pasqua con questa promessa a tutti i suoi discepoli: “Non vi lascerò orfani”. Perciò rallegriamoci e siamo delle persone di speranza e di coraggio che irradiano questa Presenza in questo momento buio che attraversiamo, rendendoci capaci di “diventare un popolo nuovo per un nuovo pianeta” (Teilhard de Chardin).

Con tutta la nostra gratitudine per il vostro impegno a costruire la comunità e a vivere la missione.

Suor Ellen e l’Equipe de Leadership della Congregazione

 

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