19 GIUGNO – Giornata mondiale contro la Violenza Sessuale nei conflitti armati

19 GIUGNO – Giornata mondiale contro la Violenza Sessuale nei conflitti armati

LE DONNE NON SONO UN CAMPO DI BATTAGLIA

Il concetto di violenza sessuale legata al conflitto indica un insieme diverso di crimini. Esso si riferisce allo stupro, alla schiavitù sessuale, alla prostituzione forzata, alla gravidanza forzata, all’aborto forzato, alla sterilizzazione forzata, al matrimonio forzato e qualsiasi altra forma di violenza commessa contro donne, uomini, ragazze o ragazzi.

In passato la violenza sessuale è stata accettata e considerata come una conseguenza inevitabile dei conflitti armati. Fu in seguito alla guerra nell’ex-Jugoslavia che la sistematicità delle violenze sessuali ha richiamato l’attenzione dell’ONU.

“Essa rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, e uno dei principali ostacoli nel post-conflitto per la riconciliazione e lo sviluppo economico”

(Ban Ki-moon, Segretario Generale  dell’ONU tra il 2007 e il 2016)

La Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati è stata introdotta il 19 giugno del 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la Risoluzione A/69/L.75 per porre fine a una pratica disumana e per onorare le migliaia di vittime della violenza sessuale nei conflitti.
Questa data coincide con l’adozione della Risoluzione 1820 del 2008 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il quale ha riconosciuto la violenza sessuale come una strategia di guerra e come minaccia alla pace e alla sicurezza mondiali. Nella Risoluzione, si riconosce che tutte le forme di violenza sessuale possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Per questo si richiede l’immediata eliminazione di tali atti.