Bruxelles, nuovo patto europeo per la migrazione. Ursula e l’Europa deludono

Bruxelles, nuovo patto europeo per la migrazione. Ursula e l’Europa deludono

La proposta avanzata ieri dalla Commissione Europea per sostituire gli accordi di Dublino sulla distribuzione dei migranti è una mediazione al ribasso, ispirata ad un semplice pragmatismo.

Il nuovo piano per le migrazioni di Ursula von der Leyen prevede che l’Europa si faccia carico di un rapido rimpatrio dei migranti irregolari, scaricando questo onere in particolare sui paesi che rifiutano la ridistribuzione dei richiedenti asilo: toccherà a loro, fautori della “fortezza Europa”, rimpatriare i naufraghi sbarcati in Grecia o in Italia senza aver titolo per l’asilo politico. Se non riusciranno a rimpatriarli, dovranno accoglierli.

Il piano lascia aperta una grande questione: è giusto o è sbagliato rimpatriare disperati che se non fuggono da un regime tirannico o da guerre, cercano di sottrarsi alla tirannia della miseria a rischio della vita? Oggi le norme europee non lasciano dubbi in proposito imponendo il rimpatrio automatico, forse anche per proteggere i flussi migratori regolari.

L’unica novità di rilievo, indubbiamente positiva, è il fatto che si ponga fine all’incertezza giuridica sui salvataggi in mare. I salvataggi sono obbligatori e sempre legittimi e le organizzazioni non governative non possono essere penalizzate per le loro attività di soccorso marittimo.

Le persone in pericolo, dice Bruxelles, vanno salvate sempre e comunque. Ma poi vanno rispedite immediatamente in patria se non hanno i titoli per restare…le polemiche sono già cominciate mentre rischi e naufragi continuano. Basti pensare al caso della nave Alan Kurdi della ONG tedesca Sea Eye, con a bordo 125 migranti che da giorni vaga in cerca di un porto sicuro: dopo essersi vista negare lo sbarco a Lampedusa e aver deciso di fare rotta verso Marsiglia, è arrivato lo stop da Parigi.