IL G20 delle donne per un mondo al femminile

IL G20 delle donne per un mondo al femminile

Quest’anno l’Italia ha la presidenza del G20 e a fine ottobre a Roma si riuniranno i capi di Stato e di governo di 19 Paesi più i rappresentanti dell’Unione europea che insieme rappresentano l’85% del Pil mondiale.

È a loro che parla il summit del Women20 — il gruppo del G20 che si occupa di uguaglianza di genere e rappresenta la società civile — che si tiene a Roma da oggi fino a giovedì 15 luglio: tre giorni per discutere di lavoro e imprenditorialità femminile, di opportunità offerte dallo sviluppo digitale, di accesso all’istruzione e ai servizi di cura, di presenza paritaria nei luoghi decisionali, ma anche di divario salariale e tecnologico, di contrasto agli stereotipi di genere e alla violenza sulle donne.

 “Al prossimo G20 potrei essere l’unica donna.
Parità di genere entro il 2030″….

Così Ursula von der Leyen, nel suo intervento al G20 delle donne, organizzato a Roma ha ricordato quanto ancora sia lunga la strada per un’effettiva parità di genere.

Il Women20 non servirà solo a indicare la direzione del cambiamento ma anche gli obiettivi concreti per realizzarlo, con proposte e strategie per aumentare l’occupazione femminile e investire sull’imprenditoria delle donne, migliorare i servizi di assistenza e di cura, pensare a «un piano d’azione globale contro gli stereotipi di genere e per il cambiamento culturale» e per mettere il contrasto alla violenza contro le donne al centro dell’agenda internazionale.

“Per la prima volta il G20 è un G20 che si occupi ad ampio spettro delle tematiche di genere mentre tradizionalmente era focalizzato sulle questioni economiche…

La parità, l’empowerment femminile sono degli obiettivi strategici di fondo, l’interazione tra la politica e la società civile è centrale per raggiungerli. Abbiamo l’opportunità di realizzare il pieno potenziale delle donne. Non solo aumenterà la crescita sostenibile, ma sarà anche un imperativo per l’esistenza di società creative e inclusive, sostenute da una cittadinanza attiva.(dal discorso di apertura di Laura Sabbadini)