Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza per motivi religiosi

Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza per motivi religiosi

Rendiamo omaggio a chi ha perso la vita e a chi è vittima di aggressioni, minacce e persecuzioni a causa della propria religione o del proprio credo.

In tutto il mondo, troppe persone subiscono discriminazioni a causa della loro stessa identità, oppure di ciò in cui credono o in cui non credono. La persecuzione è diretta contro coloro che manifestano la propria religione o il proprio credo mediante il culto e l’istruzione, o che cambiano o abbandonano la propria religione o il proprio credo.

CHE FARE?

Il dialogo e la comprensione interreligiosa e interculturale nella promozione di una cultura di pace è una delle missioni di Papa Francesco che ha chiesto in più occasioni di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare alla violenza. Lo esprime con grande passione e determinazione nel Documento sulla fratellanza umana scritto a quattro mani con il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, l’ “invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà”.

PICCOLO APPROFODIMENTO SUL CONCETTO DI LIBERTA’ RELIGIOSA

 La nozione di liberta’ religiosa è emersa solo nel XVII secolo, ma la questione e’ vecchia come la storia delle religioni.

Oggi noi intendiamo per “liberta’ religiosa” la legittima e percio’ legale rivendicazione del diritto di scegliere in ogni istante – senza incorrere in alcuno svantaggio – la propria convinzione religiosa, di potere cioè pubblicamente dichiarare di vivere secondo il credo religioso per il quale si e’ optato. Normalmente, questa rivendicazione è garantita dalla Costituzione, dal momento che essa e’ rivolta allo Stato. Perciò, la maggior parte delle Costituzioni moderne e/o delle amministrazioni giudiziarie limita altrettanto severamente il diritto del governo ad intromettersi negli affari interni di una religione riconosciuta. Possono esistere comunità politiche o sociali prive di una costituzione formalizzata; in questo caso, la rivendicazione è rivolta alla comunità e a qualsiasi istituzione essa abbia sviluppato, in particolare i tribunali.

Più in generale, la libertà religiosa è considerata un diritto umano fondamentale solo nella misura in cui essa non turba apertamente l’ordine pubblico così come definito dalla Costituzione. La Dignitatis Humanae -uno dei Documenti più significativi del Concilio Vaticano II -menziona questa restrizione diverse volte, riferendosi ad un “giusto ordine pubblico”. Oggi in Francia, alle ragazze musulmane non è consentito indossare il velo nelle scuole pubbliche, università comprese, dal momento che le leggi laiciste del 1905 vietano qualsiasi influenza della religione sulle istituzioni pubbliche; in tempi più recenti, la stessa cosa è successa in Turchia, dove il laicismo di Ataturk è diventato un elemento della costituzione. In Germania, alle insegnanti musulmani delle scuole pubbliche è vietato portare il velo nelle aule, perché esse sono dipendenti pubblici e un dipendente pubblico tedesco è tenuto alla neutralità religiosa quando è in servizio.