Papa Francesco ritorna a Lesbo: <br>“Sono qui per vedere i vostri volti, sono qui per guardarvi negli occhi”.

Papa Francesco ritorna a Lesbo:
“Sono qui per vedere i vostri volti, sono qui per guardarvi negli occhi”.

“Affrontare le cause profonde, non le persone”

Mentre la Ue mostra le sue vergogne e la sua vigliaccheria su questioni cruciali per la dignità (i diritti umani, accoglienza dei migranti, stato di diritto) Papa Francesco è tornato dopo cinque anni nel centro di accoglienza e identificazione di Mitile dove Ci sono ancora le gabbie per i minori non accompagnati. Piccoli container ipocritamente colorati, ma sormontati da reti arrugginite. I guardiani armati perlustrano come fosse una Guantanamo nell’Egeo. La bandiera con le stelle dell’Unione Europea all’esterno del campo non è una beffa. Ma è il vero volto, egoista e spietato, dell’Europa di oggi” (Fonte: santegidio.org) .

Foto: ilfattoquotidiano.it

“Sono qui per vedere i vostri volti, sono qui per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime». Sono le prime parole che papa Francesco ha detto andando loro incontro, dopo aver attraversato le file di container grigi di questo nuovo campo profughi a cinque miglia dalle coste turche, dove attualmente si trovano due migliaia di persone.  È l’ultimo hotspot sorto nell’isola di Saffo che sostituisce il Mória Refugee Camp, il più grande campo profughi d’Europa fino al settembre 2020, quando venne distrutto da un incendio (Fonte: avvenire.it).

Secondo Nello Scavo (giornalista di Avvenire, 5/12) nella loro quasi totalità avrebbero “quasi tutti” il diritto di ottenere protezione. Dei circa 2.200 presenti, il 72% è di origine afghana, un terzo sono minori. Il campo che il Papa ha visitato ha una caratteristica: i suoi container ricordano un villaggio-vacanza, le “casette” sono proprio davanti al mare, quasi sulla spiaggia. In modo, osserva a Radio Vaticano la responsabile-Europa della Caritas Italiana, di esporli a tutti i venti, a tutte le intemperie che arrivano dal mare. Inoltre è lontano da qualsiasi forma di vita, isolato. Come tutti i campi profughi che si snodano lungo la rotta balcanica. Qui le persone trattenute a lungo senza alcun motivo visto che avrebbero tutti i motivi per ottenere lo status di rifugiato, non hanno nulla da fare. Non possono interagire, né agire in alcun modo. Non possono lavorare, non possono essere o rendersi utili. Possono solo aspettare.

Foto: Avvenire.it

FACCIAMO NOSTRA L’INVOCAZONE DI PAPA FRANCESCO

Dio di misericordia,
Ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini, che sono morti dopo aver lasciato le loro terre in cerca di una vita migliore.
Benché molte delle loro tombe non abbiano nome, da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto.
Che mai siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorare il loro sacrificio con le opere più che con le parole.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio, sopportando paura, incertezza e umiliazione, al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza.
Come Tu non hai abbandonato il tuo Figlio quando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e Giuseppe, così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlie attraverso la nostra tenerezza e protezione.
Fa’ che, prendendoci cura di loro, possiamo promuovere un mondo dove nessuno sia costretto a lasciare la propria casa e dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace.
Dio di misericordia e Padre di tutti, destaci dal sonno
dell’indifferenza, apri i nostri occhi alle loro sofferenze e liberaci dall’insensibilità, frutto del benessere mondano e del ripiegamento su sé stessi.
Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui, a riconoscere che quanti raggiungono le nostre coste sono nostri fratelli e sorelle.
Aiutaci a condividere con loro le benedizioni che abbiamo ricevuto dalle tue mani e riconoscere che insieme, come un’unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di Te, che sei la nostra vera casa, là dove ogni lacrima sarà tersa, dove saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio.

(a Lesbo nel 2016)