Giornata mondiale dei diritti umani

Giornata mondiale dei diritti umani

Coltiviamo insieme lo spirito di fratellanza

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si riunì a Parigi, il 10 dicembre 1948 per votare il testo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: era il primo testo internazionale ad affermare, sin dall’art.1, che tutti gli esseri umani sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” Cinquanta Paesi votarono a favore. Sei si astennero: L’Arabia Saudita, opponendosi all’uguaglianza di genere, il Sudafrica, opponendosi all’uguaglianza razziale, mentre l’Unione Sovietica insieme a Polonia, Cecoslovacchia e Jugoslavia, si oppose alla sua definizione di universalità. Honduras e Yemen non parteciparono al voto.

Foto: leftinparis.org

Dopo oltre settanta anni –malgrado l’importanza decisiva di quel testo – dobbiamo constatare che affermazione non significa applicazione: la lotta per la dignità e i diritti resta un imperativo attualissimo. Infatti nel diritto internazionale si distinguono due categorie di testi: quelli che non hanno forza giuridica obbligatoria e quelli che gli Stati sono costretti giuridicamente a rispettare. La Dichiarazione universale sui diritti della persona è un testo solenne di proclamazione di principi di portata permanente che appartiene alla prima categoria: non ha forza giuridica obbligatoria, ma esprime l’ideale comune da raggiungere per tutti i popoli e tutte le nazioni.

Foto: Focsiv.it

PICCOLO APPROFONDIMENTO

Nel nostro immaginario collettivo la Dichiarazione è frutto di una elaborazione secolare che parte dai primi principi etico classico-europei stabiliti dalla Bill of Rights (cioè Carta dei Diritti, Inghilterra, 1689) e dalla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776), ma soprattutto dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino stesa nel 1789 durante la rivoluzione francese.

Foto: https://www.missionebuonpastore.org

Di fatto, però le sue radici vanno ben oltre lo spazio e il tempo dei principi della modernità occidentale. Lo testimonia l’opera promossa dall’UNESCO per celebrare i 20 anni della Dichiarazione, dal titolo “Il diritto di essere uomo. Antologia mondiale della libertà”.

Vi sono riuniti mille e più frammenti riguardanti la dignità umana, i diritti della persona, i limiti ai poteri pubblici e le loro responsabilità, daI III millennio avanti Cristo fino al 1948, data della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Provengono da tutti i continenti e dalle culture più diverse. Questa raccolta testimonia che il riconoscimento di un diritto non è garanzia della sua effettività, né della sua permanenza nel tempo. La lotta per i diritti è per sempre: giorno dopo giorno, storia dopo storia. La nostra epoca di globalizzazione e di migrazioni di massa, di mescolanze identitarie, impone di coltivare un rinnovato spirito di fratellanza, oltre il mantenimento dei confini, territoriali e identitari: urge un diritto fraterno. Non a caso Papa Francesco ha dedicato alla fraternità e all’amicizia sociale la sua lettera enciclica Fratelli tutti.

La conclusione di Gesù è una richiesta: ‘Vai e anche tu fa così (Lc 10,37). Vale a dire, ci interpella perché mettiamo da parte ogni differenza e davanti alla sofferenza, ci facciamo vicini a chiunque. Dunque non dico più che ho dei ‘prossimi’ da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri” (Fratelli Tutti, 80. Il prossimo senza frontiere).

Foto: Detail of Father Marco Rupnik’s mosaic in Madrid Cathedral

Quanto a noi, le Posizioni della Congregazione in materia di diritti umani articolate in migrazioni, ecologia integrale, giustizia economica, contrasto alla tratta, tutela di donne, ragazze e bambini – assunte dalle Sfide del Piano Strategico della nostra Unità – rappresentano ormai una bussola condivisa dei nostri apostolati nel tempestoso mare dei diritti umani, in quest’epoca di globalizzazione dell’indifferenza.