Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani

Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani

È un attacco mortale a diritti, sicurezza e dignità di bambini, donne e uomini

Nei giorni scorsi Save the Children ha lanciato il rapporto «Piccoli schiavi invisibili su tratta e sfruttamento», dal quale si evince che 1 vittima su 4 in Europa è minorenne e che in Italia sono in aumento le giovani ivoriane ad alto rischio e le mamme vittime con bambini spesso utilizzati come oggetto di ricatto dagli sfruttatori.  (Fonte: savethechildren.it).

Immagine:www.savethechildren.it

Nel report viene tracciato il profilo dei gruppi di donne e minori più esposti alla tratta e allo sfruttamento, a partire dai casi delle vittime assistite dal sistema anti-tratta, che accoglie principalmente donne molto giovani o minorenni di origine nigeriana, sfruttate nel circuito della prostituzione.

Il fenomeno riguarda il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori (161) che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022 e che sono in aumento, due volte vittime dello sfruttamento, degli abusi e spesso di ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili. Nel 45,4% dei casi hanno tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17”.

Immagine: www.cooperativaeco.it

Chi come noi del Buon Pastore è impegnato da sempre nel contrasto allo sfruttamento sessuale e lavorativo, è fortemente interpellato dal rapporto di Save the Children soprattutto perché segnala anche l’emergenza del re-trafficking, cioè la ricaduta nel sistema di sfruttamento dopo l’uscita dal sistema di tutela anti-tratta.

“La crisi economica, l’eccessiva burocrazia che caratterizza i percorsi di integrazione e la marginalità in cui vivono, spesso ghetti o periferie degradate, favoriscono la ricaduta delle vittime nella medesima o in altre forme di sfruttamento, con un impatto devastante sul loro progetto di vita personale già intriso di delusione, fallimento e sfiducia in un’altra vita possibile.”  

 

Immagine:www.onuitalia.it

La sfida per noi operatori e operatrici, suore e laici delle regioni europee, è quella di riuscire ad attivare, durante il periodo di accoglienza, una relazione significativa con le ospiti al fine di continuare a essere un punto di riferimento a cui rivolgersi, soprattutto nelle situazioni di forte rischio di re-trafficking o di violenza per le ragazze. I percorsi di empowerment, pur necessari, non risolvono un problema strutturale: la condizione di marginalità ed esclusione sociale.

 “Anche quando riescono a ottenere un’indipendenza economica e a trovare una casa in cui vivere, la condizione di bassa inclusione sociale e di ostilità del contesto rimane una difficile questione aperta.”

URGE AGIRE IN CHIAVE INCLUSIVA CON TUTTI GLI ATTORI SOCIALI,
PERSONE “TRAFFICATE”, ISTITUZIONI,
ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETA’ CIVILE E CITTADINANZA.