A Lampedusa l’accoglienza dei migranti la fanno gli scarafaggi

A Lampedusa l’accoglienza dei migranti la fanno gli scarafaggi

I giovani medici che cercano di visitare almeno i bambini appena sbarcati schiacciano blatte a raffica. Fuori, a contendersi la rara ombra degli alberi, centinaia di persone cercano di riposare su distese di materassi gettati per terra. Erano rifiuti speciali, pieni di acari della scabbia in attesa di essere smaltiti. Ma qui, all’hotspot di Lampedusa, da giorni nessuno raccoglie i rifiuti. E persino i lavabi dei bagni, ormai divelti, e i lavandini della cucina sono sommersi di bottiglie di plastica, di scarpe impossibili anche per questi piedi sopravvissuti al deserto, di resti di coperte termiche usati per ripararsi dal caldo di giorno e per coprire i bambini che dormono all’addiaccio la notte”. (Fonte Repubblica)

Immagine: www.it.quora.com

È l’ex sindaca dell’isola di Lampedusa, Giusi Nicolini, a denunciare sui social la vergogna di un Centro di accoglienza “misteriosamente mai ristrutturato dopo gli incendi che, ormai molti anni fa, hanno distrutto parte dei padiglioni riducendo la capienza a un massimo di 300 posti. Ma ieri, come nei giorni scorsi e come capiterà nelle prossime settimane, di migranti ce n’erano più di 1.800. Tutti insieme, donne, uomini e bambini, vulnerabili, feriti, vittime di tratta, costretti in una promiscuità indecente, accucciati a dormire dove mangiano, su materassi sporchi di urina, tra i rifiuti che marciscono al caldo. Senza acqua per giorni, senza potersi lavare né cambiare, senza neanche qualcuno che gli spiega cosa fare o come chiedere asilo visto che i contratti dei mediatori culturali sono scaduti e poliziotti, assistenti sociali, medici, non sanno come parlare con questa gente”.(www:palermo.repubblica.it)

Foto: www.vaticannews

Dopo aver sopravvissuto ai lager della Libia e alla traversata del Mediterraneo avrebbero meritato ben altra accoglienza…invece l’inferno continua anche in territorio italiano, nel luogo simbolo della sofferenza di tanti migranti in fuga verso una vita di dignità e diritti.  Non a caso, Papa Francesco ne aveva fatto la meta del suo primo viaggio fuori dal Vaticano, l’8 luglio del 2013.

DIAMOCI LA MANO

Foto: https://www.vaticannews.va

NON ARRENDIAMOCI ALLA GLOBALIZZAZIONE DELL’INDIFFERENZA
 ACCOGLIAMOLI DEGNAMENTE
NON È EMERGENZA, È MOVIMENTO DI POPOLI IN FUGA

così il Vescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, a nove anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa

SINTESI DEL MESSAGGIO DI MONSIGNOR DAMIANO:

“Sono trascorsi 9 anni e ciò che accadde in quegli anni continua ad accadere: uomini, donne e bambini in fuga. Fratelli e sorelle in umanità continuano a morire nel Mediterraneo e non solo. Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza, continuava il papa. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro. Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni, la globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti innominati, responsabili senza nome e senza volto. Su questa indifferenza risuona l’appello divino: dov’è tuo fratello? Le nostre coscienze non sembra si siano svegliate, quanto diventate quasi cieche in seguito all’abitudine al peccato. Non è emergenza, è movimento di popoli in fuga. Urge un sistema per una accoglienza degna, trasferimenti rapidi e vie legali d’accesso. Adesso!”.