Giornata internazionale Nelson Mandela

Giornata internazionale Nelson Mandela

Da prigioniero a Presidente: eroe della riconciliazione

Lo festeggiamo nel giorno della sua nascita come eroe che incarnato il senso della lotta più autentica e appassionata in difesa dei diritti umani e a favore dell’uguaglianza tra le razze.

Primo Presidente nero della Repubblica del Sud Africa, premio Nobel per la pace nel 1993, Mandela è stato  leader, guerrigliero ed attivista contro il regime del suo Paese, con la pratica di disobbedienza non violenta prima, poi sostenendo le ragioni della lotta armata contro il regime dell’apartheid, istituito nel dopoguerra dall’etnia bianca suafricana e fondato sulla politica di segregazione razziale: alla popolazione nera veniva sistematicamente negato ogni diritto politico, sociale e civile.

La sua lotta contro la vergogna dell’Apartheid, lotta di liberazione, di giustizia e di orgoglio identitario, gli costò la libertà: lunghi anni di carcere, prima da giovanissimo e poi nella maturità, dall’età di 47 anni, chiuso in una cella angusta, talmente piccola da non riuscire a starvi completamente disteso.

Una finestrella munita di sbarre e una porta di legno coperta da una inferriata di metallo erano le due soglie che lo separavano dal mondo, e che non avrebbe varcato prima dei 72 anni, l’11 febbraio 1990. L’anno dopo sarebbe diventato Presidente del suo Paese: era l’inizio di un complesso percorso di riconciliazione nazionale e internazionale attraverso l’esperienza della “Commissione verità e riconciliazione” voluta da Mandela e presieduta dal Vescovo Desmond Tutu, come modello di giustizia riparativa.

Questa Commissione aveva l’obiettivo di far luce sulle gravi ed estese violazioni dei diritti umani durante l’apartheid attraverso un inedito modello di giustizia fondato sull’ascolto di migliaia di vittime e sulla concessione dell’amnistia agli autori di violenze, condizionata a una piena trasparenza sui crimini compiuti.

Il superamento di violenze collettive e la ricostruzione di legami sociali, rispettosi delle diversità,  è una questione di grande attualità anche per questo nostro mondo indifferente, di muri e respingimenti… .

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La Commissione per la Verità e la Riconciliazione è  un  esempio di come un’idea “politica” e “costituente” di riconciliazione possa intrecciarsi al significato religioso  del perdono (multi-religioso, nel caso del Sudafrica).

 “…Dall’esperienza di uno straordinario disastro umano durato troppo a lungo, deve nascere una società di cui tutta l’umanità sarà fiera. Le nostre azioni quotidiane come sudafricani ordinari devono produrre una realtà sudafricana effettiva che rafforzi la fede dell’umanità nella giustizia, rafforzi la sua fiducia nella nobiltà dell’anima umana e sostenga tutte le nostre speranze per una vita gloriosa per tutti.” (dal Discorso di insediamento alla Presidenza del Sudafrica, Pretoria, 10 maggio1994)

“Il nostro impegno per la riconciliazione esige che promuoviamo la giustizia e la pace
in un mondo turbato dal peccato e dai conflitti.
Collaboriamo a favorire cambiamenti in tutto ciò
che costringe gli altri ad una vita emarginata.
Questa testimonianza a favore della giustizia deve possedere
le caratteristiche dell’amore misericordioso,
che sono l’essenza del Vangelo
e della dottrina sociale della Chiesa”

(Costituzioni 6)